Piano, piano..ho versato il vino rosso e profumato sul pavimento.
Ho visto i rivoli di velluto che scorrevano verso di te. Come nastri. Come corde.
Occhi negli occhi. Scintille. Con i palmi abbiamo disegnato e lasciato impronte. Smarriti e inebriati ci siamo assaggiati. La tua pelle nuda dava la giusta temperatura. Eri trasparente. Eri buonissimo. Nessuna distanza. La stanza senza confini. Io e te senza limiti.
Ora ansimo.
Sopra di te.
Totalmente immersa nella tua essenza.
Niente tempo. Niente spazio. Io che di tempo credo di averne perso anche troppo.
Ho visto le tue cicatrici. Hanno scavato trincee anche dentro me.
Ti allontani. Non lo vedi? Non vedi che mi uccidi? Non mi vedi...
Ripulisco i frammenti del bicchiere. Me li tolgo dalla carne. Non ci sei mai stato davvero. Ma è stato ugualmente bellissimo. Totale. Ora vado. Ti lascio questo foglio sul divano.
Non ti abbraccio. Mi hai già sporcato abbastanza.
Lo considero un esperimento... piacere nel ricordare il piacere. Quel piacere che ora mi manca. Chissà che davvero il letargo sia finito. Lo spero. Lo voglio!
RispondiElimina