Avevo capito che rinunciare a se stessi, non amarsi è come sbagliare a chiudere il primo bottone della camicia. Tutti gli altri poi sono sbagliati di conseguenza. Amarsi è l'unica certezza per riuscire ad amare davvero gli altri.
Fabio Volo dal libro "È una vita che ti aspetto"




martedì 27 marzo 2012

La mia casa delirante

Io non ho una casa. Non più. Nessun mazzo di chiavi da cercare in fretta nella borsa. Nessuna finestra da cercare guardando a naso in su dal marciapiede. La mia casa sono io.
Niente mi interessa. Amo le pietre, gli alberi. Nella mia casa non mancano mai. Amo il calore. Vorrei circondarmi di persone capaci di darmene. Difficile, troppo difficile. Al buio mi rannicchio e mi metto la mano sullo stomaco. Respiro lentamente e rivedo tutte le cose che ho amato, tutte quelle che ho perso. Non le ricordo nemmeno tutte. Le ho rimosse. Ho imparato che le cose sono fatte per essere abbandonate. Quasi come certe persone. Nella mia casa ci sono tantissimi oggetti. Quanti mi appartengono? Mi piace mettere le mie cianfrusaglie alla rinfusa in una sacca e portarle con me. Non è bello vivere così. Tu non lo capisci. O meglio, lo capisci ma lo ritieni necessario, indispensabile. Un tempo eri tu la mia casa. Solide fondamenta, muri spessi. Col tempo ho avuto sempre più freddo dentro quella fortezza. Ho provato e riprovato a dirmi che andava bene così. Ho chiuso le finestre, sprangato la porta ma, si sa, alla fine la luce entra. Ora  mi è necessaria. IO VOGLIO ANDARMENE. Lo ripeto di continuo. Quando mi guardi tu lo vedi, anche se non parlo. Se ascolti il vento te lo dice anche lui. Sai perchè non vado via? Ormai ogni posto mi è indifferente. Io mi sono indifferente. Non ho più peso ne' sostanza. Abbiamo pagato tutti questa mia insoddisfazione. Un prezzo troppo alto. Delle volte, nella mia casa, sono felice. Quando la ritrovo, quando mi accoglie e mi perdona, sono felice. Ognuno ha la casa che si merita e, a volte, seduta davanti alla lavatrice, penso a te che stai nella tua stanza tappezzata con gli ippopotami a strisce gialle. Allora sì che rido, rido contenta perchè, grazie alla persona che sono, Io non sceglierò mai una carta da parati così orrenda!

4 commenti:

  1. Chissà perchè ma ho sempre pensato che la tua casa fosse il mare,senza pareti che ci obbligano a mettere quadri o fotografie che ci ricordano sempre qualcuno, senza tetto dove nei giorni no il sole può entrare con tutto il suo splendore e non essere bloccato.
    Buona giornata
    Michele

    RispondiElimina
  2. Ciao michele..ti ritrovo in un altro commento. MI piace la casa che hai pensato per me. Quella che descrivi è stata, è sarà sempre casa mia. Non ne ho solo una. Mi piace davvero tanto il mare come casa. Anche il non avere foto e cose da ricordare. niente pareti. Come fai a saperlo? E la tua? com'è la tua casa? Buona serata Michele

    RispondiElimina
  3. un abbraccio forte. anche io VOGLIO ANDARMENE. ...anche se non riesco a dirlo.

    RispondiElimina
  4. ognuno evade come può e come gli è concesso. non sempre volere è potere, ahimè! ti abbraccio anche io. Ce la faremo..già siamo un pezzo avanti. Lo credo davvero. Tu e i tuoi sogni mi tenete compagnia. A quando un caffè? bacio

    RispondiElimina