Leggendo qua e la...
di Elisabetta Paparoni
Come facciamo a renderci conto quanto nei modi di fare siamo condizionati dal pensiero collettivo?
Ma già, immagino, quasi tutti avremo fatto tale considerazione. Non si riesce a rimanere fedeli alle proprie istanze , principi e sentimenti o a trovare una via di negoziazione se c’è, ad esempio quando si tratta di organizzare feste, cerimonie, il discorso degli invitati per non dire dei regali da fare! Ma pensiamo più in generale al dare e al ricevere!
Si riesce solamente a ricevere quando qualcuno ci fa un invito, un complimento, un regalo con il cuore? Cosa scatta generalmente? Subito il contraccambio! Se mi dicono che sono bello o elegante subito pronti – “Anche tu!!!”- . Forzatamente detto!
Si riesce solamente a ricevere quando qualcuno ci fa un invito, un complimento, un regalo con il cuore? Cosa scatta generalmente? Subito il contraccambio! Se mi dicono che sono bello o elegante subito pronti – “Anche tu!!!”- . Forzatamente detto!
Spesso si ha la difficoltà a ricevere e basta. C’è un momento in cui debbo e posso solamente ricevere … ci sarà di sicuro un altro momento in cui darò in base a ciò che sento, non perché si usa fare così o perché fanno tutti così! Il dare autentico è legato al cuore e al sentire, il dare condizionato è legato alla testa, quindi freddo e distaccato. Quando si riceve da una persona o dalle situazioni della vita dei riconoscimenti o dei doni, bisogna essere pronti per stare aperti a ricevere, a prendere e a godere dei doni! – “Ti amo!”- e subito dopo – “Anche io!”. Ma era così spontaneo questo “Anche io!” o condizionato dal fatto che se non ricambio subito, l’altro si offende? Certo che siamo proprio strani! Quel “Ti amo!” partiva dal cuore, era disinteressato, e se non lo fosse stato era un problema dell’altro, legato probabilmente ad una carenza affettiva non dichiarata apertamente ma nascosta da un dare condizionato, per colmare quel bisogno.
Ce lo possiamo permettere di ricevere apertamente e liberamente e dare autenticamente senza pretendere nulla in cambio con il coraggio di ammettere i propri bisogni se necessario? Dopo un invito a casa di un amico: - ”La prossima invito io!”- Va bene, ma lo vuoi veramente, ti va? L’amico non si offende e non ci rimane male se alla prossima sarà ancora lui ad avere il piacere di invitarti! Quindi ricevere e basta! Godere del dono. Donare e basta, senza aspettative altrimenti non sarà un dono autentico. E ricevere senza avere sensi di colpa se non si avverte la necessità nello stesso momento o in altri momenti di contraccambiare. State tranquilli che chi riceverà a cuore aperto saprà anche donare a cuore pieno, si è allo stesso momento donatore e ricevente, possiamo essere in grado di fare entrambe le cose in modo puro , pulito e autentico come acqua di sorgente!
Ciò che facciamo per la nostra evoluzione, lo facciamo anche per l’evoluzione dell’altro!
Elisabetta Paparoni
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