Tutto è cominciato così: ABBANDONO
Ci ho lavorato, una sera. Il tema mi risuona, eccome! Ridevo, una ilarità che non provavo da tempo. Complice Luigi. Isole in un arcipelago. Mi sono svegliata prestissimo la mattina dopo. Ho aperto gli occhi ed ero lucida e serena. Solo un pensiero: "ora posso morire". Avevo realizzato, senza nemmeno sapere come, che potevo lasciare tutto. Probabilmente ho trovato la via di fuga più comoda e definitiva. Lasciarmi andare. Ho provato a pensare. Mi sono fermata. Niente più delusioni, niente fatica. Niente solitudine...il niente. Ci stavo anche comoda. Il nulla. Mi sono alzata e qualcosa è cambiato. La morte voleva dire che avevo bisogno di un forte cambiamento. Arrivare ad annientarmi senza nemmeno provare a cambiare le cose e le situazioni che mi circondavano. E perchè, poi? Dove ero io? Dove ero stata per tanto tempo? Di cosa mi sono accontentata? Di chi? Niente tempo, niente spazio, bugie, confusione, umiliazioni, rancore. Dare sempre, dare tutto. Certo, mi aveva gratificata. Ma ora avevo bisogno di prendere, di esistere (e non solo resistere..questo l'ho aggiunto ora).
MI dovevo riappropriare della mia vita, rompere quella diga assurda che avevo costruito per fermare il fiume della mia esistenza. Quella palude doveva tracimare. Con forza ritornare ad essere acqua in movimento. Scorrere, fluire, rompere, spazzare, trascinare via, affogare. Sentivo il bisogno di questo. Non è stato facile guardarmi dentro. Ridirmi le solite cose, trovare la forza di rischiare di amarmi per quella che sono. Vedermi nuda e lucente. Senza confini. Ho provato a togliere un po' di fango dalle spalle, dal cuore, dalla testa. Ho ripreso il mio cammino. Non so ancora dove mi porterà. Certo ancora non corro. Mi fermo e volto la testa indietro. Mi mancano alcune cose, alcune persone. Perchè bisogna morire per andare avanti? Perchè?
Voglio essere felice, voglio non accontentarmi, non omologarmi. Abbandono, solitudine, Questi sono tra i miei peggiori demoni. I miei limiti. Non ce la faccio più. Voglio essere abbracciata dal sole, dalla vita. Io so che ce la farò.
Tu che leggi, non provare pena o compassione per me. Non giudicare. Amami, ama la mia storia. Siamo lo stesso universo. Frammenti diversi della stessa sostanza. Amando quello che io sono, amerai te stesso. Lasciandoti la mia storia io ti saluto e ti ringrazio per questa finestra aperta che mi regali. Vedo il sole, vedo il mare al tramonto. Le stelle ci guideranno. Sarà bellissimo!
Così queste lacrime non sono altro che gratitudine. Gratitudine per la vita. La mia Vita.
L.F.
Sei speciale. Credici come ci credo io. Quando sarai pronta mi troverai. SEMPRE
RispondiEliminaIl commento precedente al mio credo che possa valere milioni di parole!!! Inutile aggiungerne altre!! Sei speciale Lù!
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