Avevo capito che rinunciare a se stessi, non amarsi è come sbagliare a chiudere il primo bottone della camicia. Tutti gli altri poi sono sbagliati di conseguenza. Amarsi è l'unica certezza per riuscire ad amare davvero gli altri.
Fabio Volo dal libro "È una vita che ti aspetto"




venerdì 29 aprile 2011

Cantico dei cantici 3

"Sul mio letto durante le notti ho cercato colui che la mia anima ha amato.
Lo cercai, ma non lo trovai.
Lasciami levare, ti prego, e andare in giro per la città;
nelle strade e nelle pubbliche piazze
lasciami cercare colui che la mia anima ha amato.
Lo cercai, ma non lo trovai.
Le guardie che facevano la ronda nella città mi trovarono:
'Avete visto colui che la mia anima ha amato?'
Le avevo appena oltrepassate che trovai colui che la mia anima ha amato.
L'afferrai, e non lo lasciavo andare,
finché l'ebbi introdotto nella casa di mia madre
e nella stanza interna di colei che era stata incinta di me.
Vi ho posto sotto giuramento, o figlie di Gerusalemme,
per le gazzelle o per le cerve del campo,
di non cercar di svegliare né di destare [in me] l'amore
finché esso non vi sia incline"
- Salomone

2 commenti:

  1. Come sei bella, amica mia, come sei bella!
    Gli occhi tuoi sono colombe,
    dietro il tuo velo.
    Le tue chiome sono un gregge di capre,
    che scendono dalle pendici del Gàlaad.
    I tuoi denti come un gregge di pecore tosate,
    che risalgono dal bagno;
    tutte procedono appaiate,
    e nessuna è senza compagna.
    Come un nastro di porpora le tue labbra
    e la tua bocca è soffusa di grazia;
    come spicchio di melagrana la tua gota
    attraverso il tuo velo.
    Come la torre di Davide il tuo collo,
    costruita a guisa di fortezza.
    Mille scudi vi sono appesi,
    tutte armature di prodi.
    I tuoi seni sono come due cerbiatti,
    gemelli di una gazzella,
    che pascolano fra i gigli.
    Prima che spiri la brezza del giorno
    e si allunghino le ombre,
    me ne andrò al monte della mirra
    e alla collina dell'incenso.
    Tutta bella tu sei, amica mia,
    in te nessuna macchia.
    Vieni con me dal Libano, o sposa,
    con me dal Libano, vieni!
    Osserva dalla cima dell'Amana,
    dalla cima del Senìr e dell'Ermon,
    dalle tane dei leoni,
    dai monti dei leopardi.
    Tu mi hai rapito il cuore,
    sorella mia, sposa,
    tu mi hai rapito il cuore
    con un solo tuo sguardo,
    con una perla sola della tua collana!
    Quanto sono soavi le tue carezze,
    sorella mia, sposa,
    quanto più deliziose del vino le tue carezze.
    L'odore dei tuoi profumi sorpassa tutti gli aromi.
    Le tue labbra stillano miele vergine, o sposa,
    c'è miele e latte sotto la tua lingua
    e il profumo delle tue vesti è come il profumo del Libano.

    ...Se uno desse tutte le ricchezze della sua casa in cambio dell'amore, non ne avrebbe che dispregio...

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  2. Il ricordo di un amico (David Maria Turoldo)
    Penso che nessun'altra cosa
    ci conforti tanto,
    quanto il ricordo di un amico,
    la gioia della sua confidenza
    o l'immenso sollievo di esserti
    tu confidato a lui
    con assoluta tranquillità:
    appunto perchè amico.
    Conforta il desiderio di rivederlo
    se lontano,
    di evocarlo per sentirlo vicino,
    quasi per udire la sua voce
    e continuare colloqui mai finiti.

    Lux

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