Avevo capito che rinunciare a se stessi, non amarsi è come sbagliare a chiudere il primo bottone della camicia. Tutti gli altri poi sono sbagliati di conseguenza. Amarsi è l'unica certezza per riuscire ad amare davvero gli altri.
Fabio Volo dal libro "È una vita che ti aspetto"




venerdì 1 aprile 2011

Il pudore del piede

“L’alluce è la parte più umana del corpo umano, nel senso che nessun altro elemento di questo corpo è così differenziato dall’elemento corrispondente della scimmia antropoide (scimpanzé, gorilla, orangutango o gibbonet). Questo deriva dal fatto che la scimmia è arboricola, mentre l’uomo si sposta sulla terra senza 
aggrapparsi ai rami, essendo diventato lui stesso un albero, cioè elevandosi dritto nell’aria come un  albero, e tanto più bello se la sua erezione è corretta. Così la funzione del piede umano consiste nel dare una base ferma a questa erezione di cui l’uomo è tanto fiero (l’alluce, cessando di essere utile alla prensione eventuale dei rami, si adatta al suolo sullo stesso piano delle altre dita).
Ma qualunque sia il ruolo svolto nell’erezione  dal piede, l’uomo, che ha la testa leggera, cioè elevata verso il ciclo e le cose del cielo, lo guarda come uno sputo col pretesto che egli ha questo piede nel fango. Benché all’interno del corpo il sangue scorra in uguale quantità dall’alto in basso e dal basso in alto, il favore va a ciò che si eleva e la vita umana è erroneamente considerata come una elevazione. La divisione dell’universo in inferno sotterraneo e in cielo perfettamente puro è una concezione indelebile, il fango e le tenebre essendo i principi del male come la luce e lo spazio celeste sono i principi del bene: i piedi nel fango ma la testa quasi nella luce, gli uomini immaginano ostinatamente un flusso che li eleverebbe senza ritorno nello spazio puro. La vita umana comporta infatti la rabbia di vedere che  si tratta di un movimento di va e vieni dall’immondo all’ideale, e dall’ideale all’immondo, rabbia che è facile scaricare su un organo così basso come un piede. Il piede umano è comunemente sottomesso a supplizi grotteschi che lo rendono deforme e rachitico. E stupidamente destinato ai calli, ai duroni e agli occhi di pernice e, se si tiene conto degli usi che sono ora in via di sparizione, alla sporcizia più disgustosa: l’espressione paesana “avere le mani sporche come i piedi” che non è più valida oggi  per tutta la comunità umana lo era ancora nel XVII secolo. Lo spavento segreto causato all’uomo dal suo piede è una delle spiegazioni della tendenza a dissimulare il più possibile la sua lunghezza e la sua forma. I talloni più o meno alti a seconda del sesso tolgono al piede una parte del  suo carattere basso e piatto. Inoltre questa inquietudine si confonde frequentemente con l’inquietudine sessuale, e ciò colpisce in particolare nei Cinesi che, dopo aver atrofizzato i piedi delle donne, li collocano nel punto più lontano delle loro rimozioni. Il marito stesso non deve vedere i piedi nudi di sua moglie e, in generale, e scorretto e immorale guardare i piedi delle donne. I confessori cattolici, adattandosi a questa aberrazione, chiedono ai loro penitenti cinesi “se hanno guardato i piedi delle donne“ La medesima aberrazione si ritrova presso i Turchi (Turchi del Volga, Turchi dell’Asia centrale) che considerano come immorale mostrare i piedi nudi e si coricano persino con le calze.  Niente di simile può essere citato per l’Antichità classica (a parte l’uso curioso delle altissime suole nelle tragedie). Le matrone romane più pudiche lasciavano vedere costantemente i loro alluci nudi. Per contro, il pudore del piede si è sviluppato eccessivamente nei tempi moderni e non è scomparso che nel XIX secolo. Salomon Reinach ha lungamente esposto questo sviluppo nell’articolo intitolato “Piedi pudichi”, insistendo sul ruolo della Spagna, dove i piedi delle donne sono stati oggetto dell’inquietudine più angosciosa e anche causa di delitti. Il semplice fatto di lasciar vedere il piede calzato oltre l’orlo della gonna era considerato indecente. In nessun caso era possibile toccare i piedi di una donna, essendo questa licenza, salvo un’eccezione, più grave di qualsiasi altra. Beninteso, il piede della regina era l’oggetto della proibizione più terrificante. Cosi, secondo Mine d’Aulnov il conte di Villamediana essendo innamorato della regina Elisabetta pensò di appiccare un incendio per avere il piacere di portarla tra le sue braccia: tutta la casa, che valeva centomila scudi, bruciò favorevole prese la sovrana tra le braccia e la portò per una piccola scala. Là le rubò alcuni favori e quasi interamente, ma egli se ne trovò consolato allorquando approfittando di una occasione cosi , cosa che fece molto scalpore in quel paese, le toccò anche il piede. Un paggetto lo vide, riportò la cosa al re e questi si vendica uccidendo il conte con un colpo di pistola …” 
Questo bellissimo saggio di Georges Bataille illustra come il movimento di copertura imposto al piede  lungo i secoli, abbia formalmente contribuito a crearne il pudore. Da qui l’assunto: “Ciò che vive nascosto, va tenuto nascosto”. Al pari della sessualità, che si pratica in abbondanza, ma di cui si parla pochissimo (per sessualità intendiamo educazione sessuale, non provocazione sessuale, quest’ultima si pratica anche troppo, N.d.R.), il piede vive una vita ascosa agli occhi del mondo nelle sue tenere scarpine di pelle, e molte persone  si frenano stupite, all’idea che si possa ristabilire l’equilibrio psicofisico comprimendo parti del piede. In realtà l’uomo sa perfettamente ciò che lo attraversa, anche se spesso non ne ha coscienza. Così, chi prova vergogna nel mostrare il proprio piede a chi può interpretarlo sa, anche se questo sapere non affiora alla coscienza, ma resta sepolto nel subconscio,  che, chi osserverà il suddetto piede, capirà qualcosa di Noi. I piedi rappresentano il nostro  avanzare nella vita. Si tratta  del nostro punto d'appoggio al suolo, della parte sulla quale tutto il nostro corpo poggia e si appoggia per gli spostamenti per i movimenti. Il piede ci permette di spingere in avanti e di  conseguenza di avanzare, come pure di bloccare i nostri appoggi e, conseguentemente, di rimanere sulle nostre posizioni. Il piede rappresenta quindi il mondo delle posizioni, l'estremità manifesta  della nostra relazione  con il mondo esterno. Simboleggia i nostri atteggiamenti e le nostre posizioni affermate riconosciute, il nostro ruolo ufficiale. Non si mette forse il piede tra la porta per bloccarla? Rappresenta i nostri criteri di vita, se non addirittura i nostri ideali. Si tratta della chiave simbolica dei nostri sostegni relazionali, il che spiega l'importanza della vita del lavacro dei piedi in tutte le tradizioni. Esso purificava la relazione dell'uomo con il mondo, con il divino. I piedi dei grandi maestri spirituali sono venerati, e di fatto in 
tal modo, si onora il loro progresso spirituale. I piedi, la camminata esprimono il modo in cui una persona avanza nella vita. Infine sono simbolo di libertà in quanto consentono in movimento. Del resto, non a caso, come detto, in Cina i piedi delle fanciulle venivano fasciati. Sotto il pretesto di un significato erotico ed estetico si celava infatti la convinzione  che fosse possibile rinchiudere, imprigionare la donna in una  modalità relazionale di dipendenza nei confronti dell'uomo, limitandone il potenziale di mobilità. Lo stesso fenomeno esiste anche nella nostra società occidentale dove le donne “dovevano" porta ai tacchi a spillo per corrispondere a un certo schema di seduzione. Si è potuto constatare che, man mano che la liberazione delle donne faceva il suo corso, l'altezza dei tacchi delle loro scarpe diminuiva. Oggi un numero sempre crescente di donne, soprattutto nelle nuove generazioni, porta esclusivamente scarpe con il tacco basso. Suddividendo, come sempre si fa in riflessologia, il piede in tre parti, quindi anteriore, mediano e posteriore, avremo la possibilità di riconoscere se vi siano carichi energetici che possono provocare disequilibrio, e dove questi siano distribuiti nella nostra personale visione del mondo. Infatti, come mostra il disegno, al tallone corrispondono le radici, la base, la struttura, descrive da dove si proviene e proprio personale bagaglio di 
esperienze. Alla parte mediana, ovvero all'arco cantare, corrisponda. La capacità di mediare tra il proprio passato e il modo in cui si affronta il futuro, ovvero le occasioni che la vita ci propone. Come intuibile, la parte anteriore del piede rappresenta il modo di procedere nella vita, l'azione. Descrive la direzione che prendo, il modo in cui mi comporto per raggiungere i miei obiettivi. Il dolore ai piedi è spesso collegato con l'impressione di non procedere, di rimanere sul posto. Chi si può sentire bloccati in ciò che  si desidera fare oppure, indicano che i nostri atteggiamenti abituali, le posizioni che assumiamo che abbiamo, mancano di affidabilità, di stabilità o di sicurezza. Di qualcuno che non è tranquillo, che ha paura o che non oso affermare le sue opinioni o le sue posizioni, non diciamo forse che sta sulle spine? O più semplicemente, di qualcuno che fa uno sbaglio danneggiando se stesso, che si dà la zappa sui piedi? 
Infine, di qualcuno che non sa quale atteggiamento prendere in una data situazione ( relazionale chiusa ), non diciamo che tiene il piede in due staffe? Le problematiche relative al piede ci riconducono ad un significato premio di interesse se vogliamo indagare la natura dell'uomo. I piedi piatti sono caratterizzati dall'indebolimento dell'arco plantare. I bambini che nascono con i piedi piatti hanno spesso una mamma che non si è sentita abbastanza  sostenuta durante la gravidanza. L'esperienza personale di chi scrive, è molto forte in questo senso. Da bambino avevo i piedi piatti, e come tutti bambini venni sottoposto  alla tortura dei plantari. Al quarto mese di gravidanza a mia madre venne fatto un cerchiaggio, che è una pratica chirurgica, che si effettua in gravidanza quando il collo dell'utero non rimane  chiuso, creando quindi la possibilità che il 
bambino che si sta sviluppando al suo interno, possa nascere prima del termine della gravidanza. Le persone che anni piedi piatti hanno bisogno di acquisire fiducia il loro stesse e nella vita per lasciare andare ciò che, per loro, rappresenta una ancora di salvataggio, generalmente la madre per i bambini, e il padre per le femminucce. Potranno allora vivere esperienze che consentiranno loro di crescere lungo la via dell'evoluzione. 
Il piede torto, detto anche piede equino, è caratterizzato da una deformazione del insieme del piede tale da impedire alla persona di appoggiarlo normalmente al suolo. Il piede torto può essere tale dalla nascita, ho acquisito in seguito. Può sopraggiungere, ad esempio, dopo una malattia come la poliomelite; è possibile che la persona che ne è colpita, non voglia davvero metter piede nella vita, sicché può avere tendenza a vivere  più in un mondo immaginario, creato da lei, invece che nel mondo tangibile; può essere che vi sia stata una fuga rispetto alle proprie responsabilità, il rifiuto di apprendere attraverso le proprie esperienze. Il piede cavo è caratterizzato da un'impronta plantare che non lascia quasi alcun segno dell'arco. L'incavato esagerata dell'arco cantare ricorda un  embrione in posizione fetale; questo è tipico di persone che, spesso, si ripiegano su se stesse per bisogno di  sicurezza e protezione, che hanno tendenza essere sempre di fretta, interattive, che non si concedono mai il tempo di posare i piedi per terra. 
Trascina i piedi può essere segno di timidezza, ma anche indice del fatto che non possediamo il gusto di avanzare nella vita; camminare con i piedi rivolti verso l'interno denota una natura in traversa il rifiuto di crescere, si tratta di qualcuno che vorrebbe rimanere bambini in eterno. 
La spina di Lenoir, o calcaneare, è uno sperone, un'escrescenza ossea visibile radiografia, che parte dalla base interna di un osso del tallone chiamato calcagno. La spina di Lenoir risulta da un senso di svalutazione per non aver abbastanza " terra sotto i piedi " malgrado gli sforzi profusi. 
L'alluce valgo comunemente detto  alluce cipolla, è una deviazione  del primo osso metatarsale e dell'alluce. Colpisce coloro che hanno difficoltà  prendere il proprio posto, perché si sentono obbligati a soddisfare i desideri e le aspettative altrui. 
Le unghie incarnite sono lesioni frequenti dolorose e dell'alluce, l'unica amica spesso collegato a un senso di colpa o ha rimpianti rispetta la direzione che si è intrapreso. 
Tutte queste lesioni o condizioni del piede, possono suggerire al praticante, altrettante interazioni per il miglioramento della salute psicofisica. Restando in ambito riflessologico, senza introdurre per ora altri accadimenti terapeutici, possiamo affermare della persona cui si incarnano le unghie, seguendo il discorso fatto ora, che il tormento vissuto da chi ha spesso rimpianti per la direzione che ha intrapreso, sono da ricollegarsi ad un disequilibrio nel binario milza-pancreas che, se in deficit, procura un letterale ribollire mentale, incertezza, e  vuoto energetico. D'altronde l'alluce, dove spesso si incarnano le unghie, rappresenta la testa. In un'ipotesi di trattamento, andremo a lavorare questo binario, unitamente ai riflessi dello stomaco, del nervo vago, del sistema parasimpatico e simpatico, oltre che approfondì talmente il rene che è la sede dell'energia ancestrale dell'uomo. Volendo suggerire un'ipotesi a base di fiori di Bach, potremmo indicare PINE per il senso di colpa, SCL per l'indecisione, WHC per il tormento mentale, WIL per il risentimento. 
Non bisogna inoltre scordare che anche le dita del piede veicolano un messaggio: 
-  L'alluce rappresenta la personalità dell'individuo,  la capacità di governare sul suo territorio 
personale. 
-  L’illice o melluce, o secondo dito, rappresenta la direzione della nostra vita, l'autorità che 
abbiamo nel proporci all'esterno. 
- Il trillice o terzo dito, rappresenta la sessualità, la creatività e il piacere. 
- Il pondulo o quarto dito, è il campo affettivo, l'unione con ciò che amiamo. 
- Il minolo o mellino o quinto dito, rappresenta l'ascolto di se stessi, la capacità di introspezione, 
l'intuizione.  
Dalla raccolta di tutti questi dati è comprensibile come l'operatore di reflessologia sia in grado di capire il cliente semplicemente osservando i suoi piedi. Questo ci porta a concludere che le persone con un eccessivo pudore per i propri piedi, o una vergogna eccessiva, e che di fatto si vietano la fruizione di un atto così naturale e benefico come la riflessologia, stiano in fondo dimostrando qualche cosa. Questo atteggiamento ci porta a pensare con una immagine ricorrente, al bambino timido che, nell'angolo, tiene le mani dietro la schiena, la testa bassa, lo sguardo reclinato, e con un copre l'altro. Questa timidezza portata nell'età adulta ci racconta molto del modo di affrontare la vita di ogni singolo individuo, che non sta più nell'angolo con lo sguardo basso, ma sia porterà all'esterno comunque con precauzione. Gettando il  cuore oltre l'ostacolo, superando questa fase infantile, si può accedere ad un universo di esperienze del tutto nuovo, dove il contatto del massaggio sul piede ci apre una serie di sensazioni inaspettate che non hanno peraltro una valenza esclusivamente fisica, come ampiamente dimostrato oggi, ma possono interagire in ambito emotivo 
nel vissuto personale, cercando di ricreare un equilibrio perduto.  

Bibliografia:
"Il pudore del Piede" Da Georges Bataille, “Documents”, trad. it. S. Finzi, Edizioni Dedalo, 1974.

Claudia Rainville - Metamedicina, ogni sintomo è un messaggio - Ed. Amrita

Michel Odoul - Dimmi dove ti fa male e ti dirò perché - Ed. Il punto d'incontro

"Il Pudore del piede" by Max Volpi is licensed under a Creative Commons
Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 Italia License.


Di Max Volpi /Reflessologia / 30 Novembre 2008 / (Introduzione da un saggio di Goerges Bataille)

http://www.reflexal.com/documenti/Il%20pudore%20del%20piede.pdf

nel sito di riferimento troverete anche il disegno al quale si fa riferimento nel testo.
I nomi dei Fiori di Bach sono abbreviati: PINE per il senso di colpa,
SCL per l'indecisione, SCLERANTHUS
WHC per il tormento mentale, WHITE CHESTNUT
WIL per il risentimento. WILLOW

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