Avevo capito che rinunciare a se stessi, non amarsi è come sbagliare a chiudere il primo bottone della camicia. Tutti gli altri poi sono sbagliati di conseguenza. Amarsi è l'unica certezza per riuscire ad amare davvero gli altri.
Fabio Volo dal libro "È una vita che ti aspetto"




mercoledì 17 marzo 2010

COSTELLAZIONI FAMILIARI - Cosa nelle famiglie fa ammalare e guarire?

Ogni famiglia è regolata da legami nascosti, segreti, i così detti “ordini dell’amore”. Scoprendoli e mettendoli in scena con una costellazione familiare, riusciremo a comprendere il nostro comportamento, un comportamento che spesso non ci appartiene: capita che inconsciamente e per amore si viva il destino di un altro membro della famiglia. Hellinger ci insegna, con una sorta di rappresentazione teatrale, a liberarci da questa dinamica che in alcuni casi può anche condurci alla malattia e addirittura alla morte.

Chi, sentendo per la prima volta l’espressione “costellazioni familiari” non ha, neppure per un momento, visto aprirsi dinanzi a sé uno squarcio d’intenso blu punteggiato da una miriade di puntini luminescenti? E invece no, le “costellazioni familiari” non hanno nulla a che vedere né con Sirio né con l’Orsa Maggiore, anche se, a dire il vero, gettano uno squarcio nuovo sulla nostra vita, permettendoci di individuare dinamiche a noi prima sconosciute. E saremmo ancora in errore se pensassimo a queste “costellazioni familiari” come a un sofisticato oroscopo da leggere avidamente in queste prime settimane dell’anno alla ricerca di qualche piacevole sorpresa per la nostra famiglia. Anche se, in realtà, una volta messa in scena la propria costellazione, i rapporti coi familiari nei mesi successivi effettivamente tendono a mutare. Ma allora che cosa sono queste “costellazioni familiari” che gettano nuove luci sui nostri rapporti di famiglia?Si tratta di un affascinante metodo messo a punto dallo psicoterapeuta tedesco Bert Hellinger dopo anni di studi e di esperienze che l’hanno visto prima soldato, poi missionario cattolico tra gli Zulù del Sudafrica e infine psicanalista con profonde competenze di dinamica di gruppo. Alla base della sua teoria, condivisa da centinaia di professionisti, medici e terapeuti non solo in Germania, ma anche in vari paesi del vecchio e del nuovo continente, c’è una visione della famiglia come un sistema governato da un ordine, da regole precise che ogni membro fa proprie sovrapponendo di fatto la propria individualità a una coscienza collettiva inconscia della famiglia. Pur senza esserne consapevoli siamo legati da una specie di vincolo biologico a tutti i nostri familiari, anche a quelli che non conosciamo e di cui mai abbiamo sentito parlare e, proprio in virtù di tale vincolo, possiamo in alcuni casi esserne “irretiti”, cioè assumerne il destino. Ciò si verifica quando nella famiglia si rompe l’ordine: il sistema non è più in equilibrio allorché una persona viene esclusa o dimenticata dalla famiglia, perché ha avuto una morte violenta, prematura o perché ha commesso un crimine. “L’ingiustizia della esclusione”, spiega Hellinger nel suo dialogo con Norbert Linz, “viene espiata nella stirpe in quanto un altro membro rappresenta spesso a sua insaputa la persona esclusa o dimenticata.” In che modo?Qualche esempio ci è d’aiuto. Angelo, che ha rappresentato la sua costellazione familiare durante un recente seminario condotto da Hellinger a Roma, ci spiega come da lungo tempo vivesse tormentato da un senso di colpa senza capirne il motivo. Al termine della rappresentazione è risultato evidente come questo senso di oppressione fosse dovuto a un fenomeno d’irretimento: Angelo si era identificato con il padre che aveva abbandonato la prima moglie morta di parto e che in seguito si era risposato con un’altra donna (la mamma di Angelo). Il sacrificio della prima moglie non era stato onorato dal marito e Angelo se ne faceva ingiustamente carico a livello inconscio. Oppure accade spesso, come illustra Hellinger nel libro "Riconoscere ciò che è", che un bambino senta l’esigenza di seguire un fratello o un genitore morto. Dentro di sé dice: “ti seguirò” e una persona in questa situazione è portata inconsciamente ad ammalarsi o a tentare il suicidio. Sono gesti compiuti per amore: un figlio percepisce che la madre vuole seguire una sorella morta? Dirà a se stesso: “preferisco morire io al posto tuo”, facendosi così carico del destino della madre, pagandone il prezzo con la salute o la felicità. Ma così non va: senza giudizi e senza rabbia vanno restituiti ai genitori le proprie responsabilità. Perché, come afferma Hellinger “ognuno deve sostenere il proprio destino.” L’ordine deve allora essere ristabilito: solo così il paziente potrà ritrovare il proprio benessere (spirituale, ma spesso anche fisico).Se già la teoria di Hellinger fin qui esposta vi è sembrata troppo lontana dai classici schemi freudiani, rimarrete ancor più stupiti una volta indagato il metodo utilizzato dallo psicoterapeuta tedesco per capire gli irretimenti e quindi eliminarli. Torniamo ad Angelo: descritto succintamente il problema a Hellinger, gli viene da questi ordinato di scegliere fra i componenti del seminario i rappresentanti per i membri della sua famiglia e per se stesso. Come su un palcoscenico di teatro stanno, così come Angelo li ha sistemati, le controfigure di se stesso, di sua madre, di suo padre e della prima moglie del padre. E inspiegabilmente ciascun rappresentate accede alla coscienza del membro della famiglia che sta mettendo in scena: è come se i posti assegnati fossero dotati di forza propria così che chi li occupa ha percezioni simili al personaggio che interpreta. La rappresentante della prima moglie si sente abbandonata e esclusa. Al rappresentate di Angelo tremano le gambe quando la guarda, mentre è attratto da suo padre, si sente legato a lui. “Difficile esprime a parole ciò che si prova quando in una costellazione si è chiamati a rappresentare una madre, una sorella, una nonna morta, un bambino abortito”, ci rivela Daniela anche lei presente all’ultimo seminario che Hellinger ha tenuto nel nostro paese. “Quando sono salita sul palco per fare la controfigura di una madre mi sono subito sentita triste, stanca, le mie palpebre senza volerlo si chiudevano… Volevo stendermi per terra. Lì, come morta, accanto al rappresentate del mio bambino abortito, mi sentivo bene e in pace. E, sia ben chiaro, non avevo ricevuto nessuna suggestione da parte del paziente. Io mi lasciavo semplicemente guidare dal mio corpo, atteggiandomi come lui mi chiedeva. Credo che sia la stessa sensazione provata dagli attori. Ti senti due persone in una: sei tu e contemporaneamente sei la persona che rappresenti, di cui percepisci paure, gioie, tristezze… Ma la carica emotiva di una rappresentazione familiare la percepisce anche chi partecipa come osservatore, con intensità minore naturalmente. Impossibile rimanere indifferenti: l’energia della famiglia si diffonde nella sala, tocca nel profondo e quando fa vibrare le corde del cuore, tutti, rappresentanti e osservatori, scoppiano in pianti liberatori.”Si tratta di dinamiche, è lo stesso Hellinger ad ammetterlo, difficilmente spiegabili se ci affidiamo alla razionalità del metodo scientifico. Alcuni paragonano il campo d’influenza della famiglia al “campo morfogenetico”, concetto elaborato dal biologo inglese Sheldrake, ma lo psicoterapeuta tedesco preferisce rifarsi alla coscienza collettiva inconscia della tradizione induista. In ogni caso la relazione rappresentante-membro della famiglia rimane sostanzialmente un mistero, mentre ben evidente è l’effetto della costellazione sul paziente. Angelo ce lo conferma: “Per quindici venti minuti ho dovuto lasciar agire i rappresentanti che, interrogati da Hellinger, gli spiegavano come si sentivano nelle rispettive posizioni. Quando infine i legami nascosti sono emersi ho preso il posto del mio rappresentante nella costellazione. Piangevo mentre guardavo mio padre (o meglio il suo rappresentante) con occhi nuovi. A stento gli ho detto le battute che lo psicoterapeuta mi suggeriva: ‘Mi sono sentito in colpa al posto tuo. Adesso per favore riprenditi i tuoi sensi di colpa’. Mentre lui, visibilmente provato, ribatteva ‘mi assumo la mia responsabilità, la colpa è mia e me ne faccio carico’ mi sono sentito più libero e leggero. Mai avrei pensato di poter risolvere il mio senso di oppressione in questo modo, ristabilendo un ordine all’interno della mia famiglia, ridando così dignità e onore alla prima moglie di mio padre che era stata esclusa.” “Ma bisogna prestare attenzione”, avverte Paola Bastianoni, docente di psicologia all’università di Lecce e conoscitrice del metodo Hellinger: “Le costellazioni familiari non vanno confuse con un percorso di psicoterapia. Espressioni come ‘Papà ti lascio al tuo destino’, ‘Tu sei la madre e io la figlia’ o ancora ‘Tu sei mio padre e mi hai dato la vita. Te ne sono grato. Ma lascio che tu ti assuma le tue responsabilità e le tue colpe e ti lascio andare’ pronunciate al termine della rappresentazione sono indubbiamente frasi guaritive che restituiscono a ognuno un posto nel sistema famiglia. Tuttavia il paziente dovrebbe essere accompagnato dal terapeuta-costellatore o da un altro professionista a gestire emotivamente la nuova situazione emersa.”

Hellinger, il "guaritore familiare" amato e odiato
Com’è giunto questo psicoterapeuta tedesco a elaborare l’affascinante teoria delle “costellazioni familiari” che divide medici, psicologi e psichiatri?
“Carismatico e incredibilmente perspicace nel fotografare l’animo umano”: così Daniela ci ha descritto Bert Hellinger che ha avuto modo di vedere all’opera in un recente seminario svoltosi a Roma. La sua teoria ha riscosso successo, sebbene i critici non manchino, e ora l’ultra settantenne Hellinger è chiamato di Paese in Paese da medici, psicologi e psichiatri a tener conferenze sulle costellazioni familiari. Ma quali sono le tappe che l’hanno portato a elaborare questo innovativo metodo terapeutico? “I miei primi insegnanti”, ha dichiarato in un’intervista a Norbert Linz, “sono stati alcuni maestri sudafricani di dinamica di gruppo diplomati negli Stati Uniti.” Sudafrica? Sì perché Hellinger è stato per sedici anni missionario cattolico presso gli Zulù, dove per un lungo periodo diresse una scuola superiore. Negli anni ‘70 abbandonò poi la Chiesa e, tornato nella sua Germania, si diede a studi psicanalitici, che aggiunse a una già solida preparazione filosofica, teologica e pedagogica. Si perfezionò nella dinamica di gruppo, seguendo e sperimentando vari approcci terapeutici dalla Primal alla Gestalt passando per l’Analisi Tradizionale, la Terapia familiare e l’Ipnosi ericksoniana, per citare solo alcune delle sue innumerevoli esperienze. Tutte esperienze che l’hanno più o meno significativamente influenzato nell’elaborazione della sua teoria. “Un giorno”, ha raccontato Hellinger a Norbert Linz, “mi resi conto che i sentimenti descrittimi da una donna e che io non riuscivo a spiegarmi non erano effettivamente i suoi. Erano invece sentimenti ‘acquisiti’: questa persona assumeva cioè su di sé i sentimenti di un altro membro della famiglia.” Fu questo il primo passo verso l’elaborazione di una visione sistemica della famiglia. A poco a poco Hellinger si rese conto che la famiglia è un sistema retto da alcuni importanti principi, l’amore innanzitutto. A suo parere dietro ogni comportamento agisce sempre l’amore e alla soluzione del problema psicologico si giunge solo tramite l’amore. È per amore e per cercare di ripagare a un’ingiustizia (Hellinger parla di compensazione) che spesso i bambini assumono il ruolo di un altro membro familiare non rispettato (fenomeno dell’irretimento) anche se magari non l’hanno mai conosciuto. Secondo lo psicoterapeuta tedesco ci sono tendenzialmente tre dinamiche: • “Ti seguo nella morte o nella malattia o nel destino”• “Preferisco morire io al posto tuo” • “Voglio espiare la tua colpa”Si tratta di un metodo che ha fatto notevolmente discutere gli esperti del settore: o si sta con Hellinger o si è contro di lui. Sono dinamiche che emergono mettendo in scena la propria costellazione familiare, lasciando cioè che la coscienza famiglia si manifesti tramite i rappresentati dei membri familiari nella rappresentazione. Al momento il mondo terapeutico tradizionale e quello delle rappresentazioni familiari stanno l’uno di fronte all’altro.
Il mistero della "coscienza famiglia"Com’è possibile percepire le emozioni di uomini e donne che mai si sono conosciuti? In base a quale principio chi assume il ruolo di rappresentante familiare in una costellazione riesce a sentirsi esattamente come il membro della famiglia che rappresenta?
Scientificamente è assolutamente inspiegabile. Per tentare di gettare luce sul fenomeno più oscuro che è alla base della teoria di Hellinger ci si può solo rifare a ipotesi non spiegabili col classico metodo sperimentale utilizzato da Galileo in poi. Ciò che avviene quando una persona è chiamata a rappresentare un membro della famiglia del paziente durante una costellazione avrebbe a che fare, secondo alcuni costellatori, con un campo familiare che agisce come un campo morfogenetico. Il concetto di campo morfogenetico è stato introdotto dal biologo inglese Sheldrake. Questi sostiene che un’eredità viene trasmessa non solo tramite i geni, ma anche attraverso i campi morfogenetici, che altro non sono se non una sorta di progetto di costruzione invisibile in base al quale gli arti dei vari organismi assumerebbero quella forma e non un’altra. I campi morfici, che funzionano come campi energetici, sarebbero insomma responsabili della forma assunta da una gamba rispetto a un braccio, benché entrambi questi arti contengano stessi geni e stesse proteine. Questa teoria, pur considerata superata dai teorici di embriologia, potrebbe servirci per capire come, grazie alla risonanza del campo familiare (che funziona come un campo morfico, solo che invece di agire sulla forma e sulla struttura di un arto opera a livello spirituale), un rappresentante percepisca l’energia del membro di una famiglia a lui sconosciuta.Hellinger tuttavia ritiene che spiegazioni come questa non apportino nulla al lavoro pratico delle costellazioni familiari. In suoi recenti seminari, interrogato sul misterioso rapporto che si instaura tra rappresentati e membri della famiglia, si è servito del concetto induista di coscienza collettiva inconscia. Si tratta della così detta memoria akashica portata alla ribalta in occidente dal maestro Guru Dev Singh. Nella tradizione induista esisterebbe infatti una memoria cosmica dove tutto si sa e da cui noi attingiamo le nostre conoscenze. Proprio entrando in contatto con questo sapere assoluto e universale i rappresentanti riuscirebbero a percepire la “coscienza famiglia”.

La rappresentazione punto per puntoCome viene messa in scena una costellazione familiare? Qual è il compito del terapeuta e come devono agire i rappresentanti? E il paziente che ruolo assume?
Tutto ha inizio con una domanda: “Perché mi sento sempre oppresso da un senso di colpa?” Oppure: “Perché ho un rapporto conflittuale con mia madre”? O ancora “Perché ho un istinto suicida?” Il cliente che desidera sottoporsi a una costellazione familiare deve innanzitutto avere ben chiaro il problema da sottoporre al terapeuta. Una volta fatta a voce alta la propria domanda deve succintamente raccontare eventi salienti della sua storia familiare: morti, separazioni, uccisioni, abbandoni, oltre a elencare i membri di cui è composta la famiglia. Vanno raccontati solo i fatti nudi e crudi. “Viceversa”, sostiene Hellinger nel libro "Riconoscere ciò che è", “è come se una rete d’immagini ed interpretazioni si ponesse intorno a me, impedendomi un semplice sguardo sui genitori.” Analoga la ragione invocata dallo psicoterapeuta tedesco nel decidere di far eseguire la rappresentazione a estranei e non ai membri della famiglia: si rischia altrimenti di mettere in scena una famiglia secondo l’idea che se ne ha, un’idea che non corrisponde però alla realtà. Le costellazioni servono proprio a gettar luce su dinamiche nascoste della propria famiglia di cui mai si aveva preso coscienza. Scelti i rappresentanti dei propri cari, il cliente deve disporli sulla scena. Spetta quindi al terapeuta interrogarli e capire come si sentono in quelle posizioni. Va ricordato che i rappresentati agiscono inspiegabilmente come il membro della famiglia che stanno rappresentando. L’abilità del costellatore sta nell’intuire il punto di non equilibrio nel sistema e nel far dire ai rappresentanti le frasi corrette affinché l’ordine sia ristabilito. Afferma Hellinger: “Quando qualcuno mette in scena la famiglia dalla mia percezione ed esperienza mi viene una certa immagine dell’ordine, come questo è disturbato e come si deve farlo valere. Quando è stata trovata la configurazione risolutoria lascio che il soggetto vi entri e prenda il posto del suo rappresentante. E così verifica su di sé se è la soluzione giusta per lui.” Il terapeuta, sia ben chiaro, non manipola né il cliente né i rappresentanti perché questi sentono se le frasi suggerite e le posizioni assegnate sono vere e si addicono loro. Una rappresentazione ha termine quando tutti si sentono bene al loro posto e l’ordine è quindi ristabilito. A questo punto il cliente ha una nuova immagine di se stesso che, secondo Hellinger, avrà un effetto terapeutico anche se non viene compresa o analizzata. La messa in scena della propria famiglia dura dai quindici minuti alla mezz’ora.
Chi è il Costellatore
Come accade nelle altre terapie alternative anche il campo delle costellazioni familiari non è regolamentato. Hellinger stesso non ha fondato alcuna scuola per l’insegnamento del suo metodo perché egli si considera solo lo scopritore di una realtà che comunque esiste e non gli appartiene. Una presa di posizione che, seppur lodevole, crea qualche difficoltà a chi si voglia avvicinare come cliente alle costellazioni: che garanzie ho sulla preparazione del costellatore che mi sta dinanzi? Gunthard Weber, che ha fondato il gruppo “Soluzioni sistemiche secondo Bert Hellinger”, ha stilato una sorta di decalogo in base al quale si raccomanda che, chiunque voglia utilizzare l’approccio delle costellazioni familiari, deve avere una formazione di base come psicoterapeuta e consulente e aver acquisito una certa esperienza come rappresentante e osservatore in parecchi seminari condotti da terapeuti esperti. Deve naturalmente aver già messo in scena la propria famiglia d’origine e quella attuale. Prima di affidarsi a un costellatore è quindi bene accertarsi del suo curriculum professionale.Libri e siti per approfondire
Per saperne di più sulle costellazioni familiari
Tre i libri finora tradotti in italiano e dedicati alle costellazioni familiari:
Riconoscere ciò che è, Bert Hellinger e Gabriella ten Hoevel, edizioni Urra, 2001
I due volti dell’amore, Bert Hellinger Gunthard Weber e Hunter Beaumont, edizioni Crisalide, 2002
Senza radici non si vola, Bertold Ulsamer, edizioni Crisalide, 2000
Ordini Dell'amore, Bert Hellinger, Urra Apogeo, 2003
In rete il sito ufficiale di Bert Hellinger è www.hellinger.com, ma vi si trovano informazioni solo in tedesco, inglese e francese. Notizie in italiano si possono reperire nel sito dell’Associazione Bert Hellinger Italia (www.hellinger.it) o dell’Istituto Internazionale Costellazioni Familiari (http://www.costellazionifamiliari.it/).

Alessandra Mariotti

5 commenti:

  1. Brutta abitudine leggere dopo..va beh!

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  2. http://www.jodorowsky.com/terapie/psicogenealogia/98.html

    se siete interessati all'argomento delle costellazioni vi consiglio di documentarvi sulla psicogenealogia. Sopra ho copiato un link interessante.

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  3. http://www.bilanciadigiada.it/default.asp?ca=4&me=2

    Questo è molto interessante

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  4. avrei bisogno di sapere se tutte queste cose irrisolte si possono essere nascoste anche da una sorta di omertà generazionale???' io ho perso fiduciaq in me da molto tempo solo per il fatto che mi hanno sempre fatto sentire tutti sbagliato come se sapessero che non devo essere me stesso portandomi gravissime conseguenza sulla base psicologica e dell autostima distruggendomela e cmq tornando ad essere una persona diperndente.. senza un briciolo di responsabilita e addormentata!!== aiuto tommy

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  5. Ciao Tommy, non ho pubblicato il numero di cellulare che hai messo. SE qualcuno ti vorrà contattare potrà scrivermi una mail all'indirizzo luciana.riflessologia@yahoo.it e io, se mi scrivi anche tu in modo che possa avere il tuo contatto, ti girerò quello che ti riguarda. Detto questo, ti consiglierei di provare a fare qualche incontro di costellazioni familiari. In effetti certi schemi si ripetono nel tempo e per generazioni. Sulla tua autostima puoi cominciare a lavorare anche per conto tuo o con l'aiuto di qualche professionista. Intanto sei molto severo con te stesso e hai fatto un quadro preciso della tua situazione. Già capire il problema è un po' imboccare la strada giusta per risolverlo. Chiedi aiuto. E' positivo. Sono sicura che riuscirai a venire fuori da questo momento di "stallo". Dici "tornando ad essere una persona.." quindi non sei sempre stato come ti vedi ora. Prendi in mano la tua vita e fai per te stesso quello che ti aspetti facciano gli altri. Non possiamo dire che tutte le colpe sono fuori di noi. Prendi consapevolezza che tu sei una persona, un universo. NOn permettere agli altri di decidere per te. A volte è più comodo ma solo noi siamo artefici del nostro destino. Sull'autostima ci sono migliaia di pubblicazioni. Ti consiglierei di leggere i libri di raffaele morelli sull'argomento.
    NOn perdere fiducia in te. Sei l'unica persona sulla quale puoi contare veramente, quella che non ti abbandonerà mai. Accettati un po' di più, anche con i tuoi difetti. Fanno parte di te e possono anche trasformarsi in pregi.
    In bocca al lupo e grazie per la fiducia

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