Avevo capito che rinunciare a se stessi, non amarsi è come sbagliare a chiudere il primo bottone della camicia. Tutti gli altri poi sono sbagliati di conseguenza. Amarsi è l'unica certezza per riuscire ad amare davvero gli altri.
Fabio Volo dal libro "È una vita che ti aspetto"




venerdì 12 marzo 2010

OMOTOSSICOLOGIA

Le malattie sono l'espressione della lotta dell'organismo contro le omotossine (veleni), al fine di neutralizzarle ed espellerle; ovvero, sono l'espressione della lotta che l'organismo compie per compensare i danni provocati irreversibilmente da esse (H. H. Reckeweg). L'Omotossicologia, la prima grande innovazione in Omeopatia dopo Hahnemann, rappresenta il passaggio dell`Omeopatia dalla filosofia empirica alla rigorosità scientifica. Infatti, mentre la Medicina Omeopatica Classica ha delle regole e delle modalità di espressione che si rifanno strettamente alla dottrina di Hahnemann, l'Omotossicologia, ideata da H. H. Reckeweg, è figlia della cultura medica degli anni '30 '40 '50; gli anni in cui Biochimica e Immunologia assurgevano al ruolo di protagoniste della Medicina contemporanea.
 Sarà proprio alla luce di queste due discipline che l'Omotossicologia si sforzerà di interpretare i principi hahnemanniani. Così essa, pur affondando le sue radici nell'Omeopatia Classica, penetra profondamente nella Medicina Scientifica e in particolare nella Biologia Molecolare e nella Neuro Endocrino Immunologia. In estrema sintesi, l'Omotossicologia volge il suo sguardo alla Fisiopatologia, e ad essa si rifà in sede di diagnosi, per avvalersi, in sede di terapia, di sostanze preparate secondo i principi della farmacopea omeopatica (elevata diluizione processo di dinamizzazione). In Italia l'Omotossicologia arriva nei primissimi anni '80; per la prima volta i medici italiani vengono in contatto con una serie di prodotti omeopatici innovativi. Tra questi, alcuni erano strutturati come composti farmacologici: a distinguerli erano delle caratteristiche peculiari che li differenziavano profondamente dal complesso omeopatico classico.Definizione di Omotossicologia L'Omotossicologia è una concezione innovativa dell'omeopatia, con un suo proprio corpus teorico e metodologico e una sua caratteristica strategia terapeutica. L'etimologia del termine omotossicologia, o omeopatia antiomotossica, significa: studio degli effetti delle tossine sull'Uomo e relativo trattamento omeopatico. Il medico omotossicologo, rifiutando ogni integralismo terapeutico, utilizza tanto le acquisizioni della medicina omeopatica quanto quelle della medicina convenzionale e reinterpreta dati secondo un paradigma coerente che spiega, grazie alla propria specifica chiave di lettura, il manifestarsi dei fenomeni della salute e della malattia in modo completo. Per l'omotossicologia lo stato di salute è interpretato come omeostasi dinamica, la malattia è valutata come espressione della lotta fisiologica dell'organismo che tende ad eliminare quelle "omo-tossine" (o stressors) endogene ed esogene che hanno superato la soglia di allarme. La terapia tende, di conseguenza, a stimolare i meccanismi di autoguarigione propri dell'organismo, incrementando la risposta immunitaria specifica di ciascun soggetto. A tale scopo vengono utilizzati farmaci omeopatici unitari a bassa, media e alta diluizione o complessi derivati sia dell'omeopatia classica che da acquisizioni farmacologiche più recenti (quali i substrati d'organo di suino, i catalizzatori intermedi, i chinoni ed i vari principi immunostimolanti). I vantaggi terapeutici rispetto all'omeopatia classica sono: possibilità di intervento anche nelle malattie degenerative e risultati molto veloci nelle patologie acute.
Curarsi con l'Omotossicologia
L'omotossicologia si fonda sul presupposto che la malattia sia la reazione dell'organismo che cerca di difendersi dall'aggressione di un'omotossina, cioè un agente tossico. Quando questi agenti tossici entrano in circolo nell'organismo, a volte il sistema immunitario riesce a neutralizzarli e successivamente a eliminarli, per esempio attraverso il sudore, la respirazione, il catarro, l'urina e così via. Se la tossina riesce invece a "sopravvivere", dà origine alla malattia vera e propria: febbre, dolori, tosse sono appunto i tentativi naturali messi in atto dall'organismo per liberarsi dall'intossicazione. Reckeweg stesso affermò che "le malattie sono l'espressione della lotta che l'organismo compie contro le tossine, per neutralizzarle ed espellerle e per compensare i danni provocati da esse". I farmaci omotossicologici hanno, quindi, lo scopo di disintossicare l'organismo, potenziando nel contempo anche le sue difese naturali, utilizzando uno o più rimedi, ciascuno finalizzato a colpire una particolare tossina.
L'importanza del drenaggio
Solitamente, in Medicina, il termine Drenaggio indica la pratica chirurgica che tende a liberare i "canali fisiologici" per fare in modo che le secrezioni biologiche patologiche possano essere eliminate facendole uscire dall'organismo. In Omeopatia e Omotossicologia, tale parola viene usata per indicare una "prassi terapeutica" finalizzata ad espellere i prodotti tossici che si sono accumulati in organi e tessuti. Tale procedura comprende pure l'attivazione degli organi escretori (polmoni, reni, ecc.), per permettere all'organismo di estromettere le tossine di cui sopra. Pertanto i prodotti drenanti vanno considerati come rimedi che, in base alla loro composizione, sono in grado di svolgere, funzione di: pulizia, ripristino, regolarizzazione e stimolazione dell'attività organica e tessutale. Non si dovrebbe confondere il Drenaggio con la Detossificazione, in quanto le finalità di quest'ultima sono quelle di neutralizzare ed eliminare dai tessuti uno o più tossine specifiche.

1 commento:

  1. La Reflessologia Plantare è anche un modo di fare omotossicologia; infatti segue gli stessi principi utilizzando il massaggio invece dei rimedi omotossicologici. Essa attiva i processi di guarigione propri del corpo, non è mai soppressiva, anzi attiva gli organi emuntori per la liberazione dale tossine e talvolta può produrre, come reazione immunitaria, dei brevi processi infiammatori che con proseguo delle sedute si dileguano. Questi processi di vicariazione regressiva e quindi di guarigione si attivano con i trattamenti reflessologici in quanto il corpo, opportunamente stimolato, risponde seguendo sempre le medesime leggi. Quindi non di devono temere le necessarie reazioni del corpo e gli operatori devono rendere consapevoli le persone delle leggi di guarigione, in modo che possano partecipare ad essa.
    (Catia Trevisani - Reflessologia naturopatica - Enea edizioni)

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