Avevo capito che rinunciare a se stessi, non amarsi è come sbagliare a chiudere il primo bottone della camicia. Tutti gli altri poi sono sbagliati di conseguenza. Amarsi è l'unica certezza per riuscire ad amare davvero gli altri.
Fabio Volo dal libro "È una vita che ti aspetto"




martedì 20 aprile 2010

Iperglicemia e diabete - rimedi naturali

Nell'iperglicemia il trattamento naturale può spesso dare risultati straordinariamente interessanti. Essendo una terapia di "terreno", può rafforzare l'azione di qualunque terapia in atto, spesso determinando una riduzione del dosaggio farmacologico. Può contrastare efficacemente le negative conseguenze del diabete a livello sistemico, prevenendo o ritardando il più possibile le ben temute complicanze.

La terapia naturale della iperglicemia e del diabete contempla come prima cosa una serie di interventi diagnostici preliminari, che possono essere attuati insieme o singolarmente:
riconoscimento di una eventuale intolleranza alimentare (spesso un cibo mal tollerato può facilmente sbilanciare i meccanismi di compenso corporei;
diagnosi e correzione di una eventuale disbiosi intestinale (alterazione della flora batterica saprofitica del tenue);
individuazione dei fattori scatenanti o aggravanti la patologia (tossicità chimica e/o farmacologica, dieta incongrua, stile di vita, conflitti emozionali, ecc.).
Tutte queste indagini potranno essere praticate con particolari tests, quali Vegatest, EAV, test kinesiologico, ecc.
Sul fronte terapeutico possiamo avvalerci di molti approcci, di cui citiamo solo i più importanti:
Omeopatia: fondamentale per ristabilire il "terreno", ottimizzare le capacità di risposta dell'organismo, e drenare gli organi sovraccaricai dal metabolismo anomalo;
Oligoelementi: di grande aiuto la serie di minerali Zinco-Nickel-Cobalto, come pure il Cromo e il Manganese-Cobalto;
Vitamine: l'azione antiossidante di vitamine quali la C, la E e la A è indispensabile in ogni malattia cronica che comporti un eccesso di radicali liberi, vere molecole killer che distruggono la funzionalità enzimatica e cellulare.
Fitoterapia: valida per l'azione di drenaggio emuntoriale, ma anche per una certa attività specifica sul metabolismo degli zuccheri e sul sistema immunitario; ricordiamo gli antocianosidi del mirtillo, il baccello di fagiolo, l'Uncaria Tomentosa.
Dopo questo sommario escursus, aggiungiamo che la terapia va impostata caso per caso, che non esistono ricette e protocolli validi per tutti, e che anche le metodiche "naturali" devono sempre essere praticate da un medico (evitate quindi il fai-da-te, molto pericoloso in questo caso).


dr. Michele Acanfora - medico chirurgo
www.progettodiabete.org

Avvertenza

L'uso delle erbe e delle piante in genere, deve essere sempre praticato con molta prudenza, e soprattutto in accordo con il team diabetologico che ha in cura il paziente. "Naturale" non è sinonimo di sicurezza per la salute. Inoltre non ci si deve illudere che le erbe possano fornire un rimedio sostitutivo (cioè alternativo a quanto offre la medicina tradizionale) ed efficace (definitivo) del diabete, soprattutto se parliamo di diabete insulino-dipendente.

Un'alimentazione sana e naturale può aiutare nel controllo del diabete, aiuta a prevenire alcune complicanze e a controllare meglio la propria glicemia, ma soprattutto può migliorare la qualità della propria vita. Non dimentichiamo che una buona e sana alimentazione è consigliabile a tutti e non solo ai diabetici.

Diabetici, cautela con le erbe:
di Fabio Firenzuoli*
* Direttore del Centro di Medicina Naturale, Ospedale S.Giuseppe, Empoli
Premesso che la fitoterapia può contribuire alla cura del diabete con numerose piante medicinali, e premesso che il diabete di per sé è una patologia insidiosa e talvolta dall’evoluzione bizzarra nonostante una terapia controllata, dobbiamo anche dire che il paziente diabetico non deve assolutamente cercare di modificare, integrare o sostituire la sua terapia con iniziative personali, anche qualora queste consistessero nell’uso di erbe medicinali. L’equilibrio glicemico infatti è molto delicato, e risente evidentemente dell’alimentazione, dell’attività fisica, del tipo di diabete, della presenza di altri fattori di rischio ed ovviamente della terapia medica. Pertanto qualunque desiderio di terapia naturale, complementare, integrata o alternativa che dir si voglia, deve necessariamente essere controllata e prescritta dal medico, perché sono possibili variazioni anche brusche ed ampie della glicemia, a tal punto da creare anche gravi scompensi metabolici.
In realtà possiamo affermare che la fitoterapia può consentire in molti casi un miglior controllo delle pericolose complicazioni del diabete, ed in particolare mi riferisco ai danni a carico dell’apparato vascolare, sia nella sua componente microcircolatoria sia delle grosse arterie. Esistono infatti sostanze che se utilizzate sottoforma di estratti frazionati, purificati e standardizzati, consentono una migliore ossigenazione dei tessuti periferici ed una protezione nei confronti dei depositi a livello endovasale, responsabili poi dei danni d’organo (reni, cuore, occhi, nervi, ecc.). La terapia tuttavia deve essere iniziata quanto più precocemente possibile di concerto ovviamente con il medico diabetologo ed il medico fitoterapeuta.
Le sostanze naturali più attive appartengono alle categorie dei flavonoidi, antociani, glicosinolati e polisaccaridi, estratti da Vitis vinifera, Vaccinium myrtillus, Ginkgo biloba, ecc.

Erbe a rischio per il diabetico :
Ecco invece le piante medicinali che il paziente diabetico in terapia con antidiabetici orali e/o insulina non deve assumere autonomamente, perché possono alterare il controllo della glicemia stessa o l’efficacia dei farmaci somministrati (alcune di queste sono ipoglicemizzanti altre iperglicemizzanti, altre ancora aumentano o diminuiscono l’efficacia dei farmaci):

Aglio
Agrimonia
Aloe gel
Altea
Arpagofito
Bardana
Capelvenere
Centella
Cipolla
Cumino
Eucalipto
Efedra
Eleuterococco
Enula
Erba medica
Fagiolo
Fibre
Fieno greco
Galega
Gelso
Ginepro
Ginseng
Gymnema
Ispaghul
Liquirizia
Mais
Mirra
Mirtillo foglie
Momordica
Noce
Olivo
Opuntia
Psillio
Salice
Salvia miltiorrhiza
Tarassaco

Alcune di queste piante medicinali peraltro possono essere utilizzate anche nell’ambito di un programma terapeutico del paziente diabetico, perché dotate di attività complementari utili. Ad esempio l’attività antiaggregante piastrinica ed ipocolesterolemizzante dell’Aglio, oppure la riduzione di assorbimento dei glucidi delle fibre di numerose piante. L’unica condizione indispensabile per il loro uso rimane tuttavia la prescrizione medica ed il controllo clinico del paziente: solo questo atteggiamento razionale può infatti salvaguardare il paziente dagli eventuali rischi di interazioni ed al tempo stesso offrirgli le migliori opportunità di cura.

www.progettodiabete.org

3 commenti:

  1. Uno studio, pubblicato ad Agosto 2007 e presentato al 234th national meeting of the American Chemical Society, ipotizza che le bibite gassate dolcificate con sciroppo di mais potrebbero contribuire allo sviluppo del diabete.
    Dopo molti studi sulla cancerogenicità dell'aspartame, eccone uno sullo sciroppo di mais dolcificante di quasi tutte le bibite gassate normali e light.
    Lo studio dei ricercatori dell’ Università Rutgers, mostra come le bibite dolcificate con lo sciroppo di mais contengono alti livelli di composti che erano stati in precedenza correlati allo sviluppo del diabete, specialmente se consumati in grande quantità.
    Il dr. Ronald Cobbs del North General Hospital di Harlem ha in cura molti pazienti obesi e diabetici e crede che i dolcificanti siano un rischio per la salute proprio come lo zucchero, e dice: "E’ solo un sostituto economico dello zucchero. Le persone pensano di poter bere moltissime bibite senza zucchero ma in realtà stanno ingrassando e ammalandosi per questo motivo."
    L’associazione dei raffinatori di mais e l’ associazione americana dei produttori di bibite hanno subito criticato la ricerca sottolineando che non c’è una connessione ben definita fra le bibite dolcificate con sciroppo di mais e il diabete.
    Maureen Storey nutrizionista dell’ Università del Maryland, non associato con questo studio, dice che i risultati di un singolo studio non possono essere considerati come definitivi: "Dobbiamo stare attenti a non interpretare i maniera scorretta i risultati di un singolo studio."
    Un punto però su cui molti scienziati e medici sono d’accordo è che i ragazzi occidentali consumano troppe calorie sotto forma di bibite o di cibi grassi o di dolci.
    Anche se ormai lo avrete sentito dire tante volte, non fa male ripetere che bisogna iniziare ad essere più attenti all’introito di calorie, mangiare cibi naturali e salutari e praticare una giusta attività fisica, facendo attenzione soprattutto alle merende dei bambini.

    Bibliografia
    studio presentato al 234th national meeting of the American Chemical Society

    Articolo scritto dal Dr. Daniele Aprile
    Ultima revisione 18/03/2008
    www.nuke.psycosomatica.it

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  2. L’insorgenza e lo sviluppo del diabete di tipo 1 possono essere rallentati attraverso da un composto estratto dal thé verde

    Anche se lo sviluppo del diabete di tipo 1 ha una forte componente genetica, la dieta a cui ci si sottopone potrebbe influenzare in maniera significativa l'insorgenza e lo sviluppo della malattia. Ne è la dimostrazione una ricerca pubblicata dalla prestigiosa rivista British Journal of Nutrition.

    Dal the verde, un aiuto inaspettato contro il diabete
    I ricercatori della Virginia Polytechnic Institute and State University hanno dimostrato che un composto estratto dal thè verde, l'epigallocatechingallato (EGCG), può ridurre la probabilità di sviluppare il diabete di tipo 1, quella forma di diabete che è dovuta all'incapacità delle cellule del pancreas di produrre insulina poiché vengono distrutte dal sistema immunitario. La molecola estratta dal the verde, oltre a essere un potente antiossidante, è conosciuta per le sue potenziali attività anti-cancro e di prevenzione delle malattie cardiovascolari.

    Scoperta una molecola che può tener lontano il diabete
    Lo studio ha coinvolto due gruppi distinti di topi da laboratorio in grado di sviluppare spontaneamente la malattia. Al primo gruppo è stata somministrata una dose giornaliera di EGCG in aggiunta alla normale dieta. Al secondo gruppo invece non è stato somministrato nessun estratto di thè verde. Sorprendentemente negli animali che avevano assunto l'EGCG la probabilità di sviluppare il diabete di tipo 1 era diminuita di oltre il 40% rispetto al secondo gruppo. Non solo, in questi topi i ricercatori hanno registrato una maggior produzione di insulina, di molecole anti-infiammatorie circolanti nel sangue e un aumento dell'aspettativa di vita.

    L'estratto di the verde protegge il pancreas
    Secondo quanto dichiarano gli autori dello studio, "l'analisi condotta ha mostrato per la prima volta in assoluto che l'assunzione di thè verde potrebbe ritardare l'insorgenza del diabete di tipo 1. Questo dato dovrà essere verificato negli essere umani". L'effetto dell'estratto di thè verde sembrerebbe quello di protezione delle cellule del pancreas, per questa ragione preserverebbe dallo sviluppo del diabete di tipo 1.

    Daniele Banfi

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  3. benissimo, solo qualche riferimento più preciso di medici e trattati da consultare specialmente on line.

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