Avevo capito che rinunciare a se stessi, non amarsi è come sbagliare a chiudere il primo bottone della camicia. Tutti gli altri poi sono sbagliati di conseguenza. Amarsi è l'unica certezza per riuscire ad amare davvero gli altri.
Fabio Volo dal libro "È una vita che ti aspetto"




domenica 20 febbraio 2011

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La maleducazione delle nuove generazioni


Cari Italians, cosa è più necessario oggi, un popolo ricco o un popolo educato? Cosa conta di più, l'essere arroganti o l'essere amabili? Certo la risposta è evidente, ma nella sostanza delle cose, cioè nella vita di tutti i giorni, ci scontriamo con individui che non sono nè educati nè amabili. In qualunque posto ci troviamo, sempre più spesso incontriamo uomini, donne e ragazzi che non hanno nessun rispetto per gli altri. Non solo alla posta o al supermarcato, ma anche nella sala d'apetto del dottore o alla fermata del bus, sempre di più l'educazione è latitante. Quello che però mi fa più male è vedere ragazzini o adolescenti non avere nessuna idea di che cosa significhi la parola rispetto. Di chi la colpa? Non voglio additare responsabilità particolari, ma credo che molte colpe siano da imputare al nuovo modello di famiglia italiana che chiudendosi sempre più a riccio non lascia più spazio al dialogo con gli altri e quindi alla possibilità del confronto con il prossimo, che si fonda prima di tutto sul rispetto di chi è diverso da me. Sono quasi certo che una delle negligenze più gravi della maggior parte delle famiglie italiane sia quella di non sapere più educare, cioè saper tirare fuori il meglio di sè dai propri figli. Non voglio qui fare distinzioni tra famiglia etica e famiglia affettiva, ma quello che risulta evidente è che i genitori non trasmettono più regole ai loro figli. Ecco che allora quando questi entrano a scuola o al cinema non concepiscono che, in un luogo diverso a quello familiare, ci siano delle regole da rispettare. Non è certo necessario essere pedagogisti per osservare la maleducazione delle nuove genarazioni. Tutto è permesso, tutto è lecito. Così è difficile far capire a un bambino che a scuola o in una stanza di ospedale, dove qualcuno soffre, il cellulare va spento. E' difficile perchè se non glielo ha insegnato suo padre, quel bambino non lo capirà mai. E' difficile convincere una ragazzina che a scuola è necessario un certo abbigliamento, perchè se non glielo spiega sua madre, di certo non lo può capire dal rimprovero di un preside. E di esempi simili ce ne sarebbero decine e decine. La maleducazione significa perdita di valori portanti. E questo è un conto che la nuova società fondata sul denaro sta pagando. La maleducazione è la frontiera della nuova inciviltà. Luca Bertelliniluca.bertellini@katamail.com

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