Avevo capito che rinunciare a se stessi, non amarsi è come sbagliare a chiudere il primo bottone della camicia. Tutti gli altri poi sono sbagliati di conseguenza. Amarsi è l'unica certezza per riuscire ad amare davvero gli altri.
Fabio Volo dal libro "È una vita che ti aspetto"




venerdì 9 luglio 2010

Riflessologia plantare e disturbi alimentari

Disturbi alimentari: scopriamo come la riflessologia plantare può intervenire a complemento delle terapie classiche e quali benefici possiamo aspettarci.

Col nome generico di “disturbo alimentare” si definisce un’ampia area di problematiche, che si estende dai più comuni disagi legati al cibo fino ad abbracciare patologie conclamate quali l’anoressia, la bulimia o la loro alternanza. L’alimentazione è una delle funzioni primarie della sopravvivenza: l’alterazione del suo equilibrio è la manifestazione fisica di complesse e profonde dinamiche emotive e affettive.
Come tutti gli approcci naturali, la riflessologia plantare si occupa dell’organismo nella sua interezza, non concentrandosi sullo specifico sintomo. Possiamo utilizzare una metafora contemporanea e paragonare il nostro sistema psicocorporeo a un sistema operativo del computer, un sofisticato e meraviglioso software i cui files originari possono però venire danneggiati. L’intervento del riflessologo plantare è volto al recupero del buon funzionamento di base dei files originari e al ripristino del loro intrinseco “progetto” di salute.
L’applicazione della tecnica di riflessologia plantare, anche nei soggetti che presentano disturbi alimentari, mira dunque a stimolare le innate risorse vitali e a interrompere il circolo vizioso e ripetitivo di schemi comportamentali acquisiti. Il riflessologo plantare va a stimolare le aree proiettate sul piede dei diversi distretti corporei, soffermandosi maggiormente su quelli sofferenti o comunque in stato di squilibrio: l’intervento si concentra dunque sul plesso solare, sul sistema nervoso, sugli organi di senso e naturalmente sull’apparato digestivo e sul sistema endocrino. La risposta al trattamento, o meglio a un ciclo di trattamenti, di riflessologia del piede è sicuramente individuale, ma l’esperienza suggerisce che nelle problematiche in oggetto è bene preventivare una dozzina di sedute diluite in un paio di mesi.
La riflessologia podalica, non sostituendosi alla medicina classica o allopatica, lavora in stretta sinergia con essa. Ha dunque la preziosa funzione di supportarla e integrarla, facilitando e agevolando il processo di riequilibrio del corpo e rappresentando sicuramente una valida e naturale strategia di intervento complementare.

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