Il piede possiamo raffigurarlo come una fotografia fedele dell’intero corpo umano su una piccola superfiche. Tutti gli organi e visceri del corpo si proiettano sulla pelle delle piante dei piedi. E’, quindi, una mappa riflessa di tutti gli organi, dei quali evidenzia vari disagi, con sintomi di dolore sordo profondo, prima ancora che si verifichino delle lesioni organiche. E’ una tecnica di intervento manuale che agendo sul piede consente all’individuo di ritrovare un perfetto equilibrio psicosomatico restituendogli quella naturale armonia di funzionalità indispensabile per il benessere di ogni essere umano. Questa metodica terapeutica si basa sul presupposto che ogni organo abbia una corrispondenza o una zona d’azione riflessa nel piede. Agendo, pertanto, su quella zona riflessogena specifica si potrà, ottenere una chiara diagnosi sullo stato di salute dell’organo in questione e al tempo stesso si potrà “influenzarlo” positivamente (correggere gli squilibri e riportare l’intero organismo alla piena funzionalità).
La Riflessologia Plantare agisce, attraverso “percorsi nervosi”, direttamente su organi e visceri, contribuendo a calmare i dolori podalici e a ripristinare l’equilibrio energetico dell’intero organismo. Da un punto di vista psicosomatico possiamo dire che nei piedi troviamo rappresentato tutto l’organismo nella sua totalità: fisico e mentale. Tale tecnica è in grado, pertanto, di verificare il funzionamento dei vari organi e visceri per prevenire vari disturbi (più di quello che si possa pensare), attraverso un sapiente lavoro di allentamento delle tensioni e “restituendo” la corretta circolazione dell’informazione bio – chimica.
L’unità psicosomatica, prima di far ricorso al dolore, cercherà di segnalare magari un blocco energetico: userà dei sintomi, siano essi un raffreddore, mal di testa, stitichezza o depressione, per indicare che a un altro livello c’è qualcosa che viene trascurata e, quindi, “imprigionata” (bloccata). Tutto ciò si rispecchia nei piedi: leggendo i piedi, non abbiamo bisogno di guardare (se si è in grado di decodificare i segnali) il resto del corpo. Non vi può essere vita senza movimento: i piedi riflettono il movimento che ha luogo ad ogni livello del nostro essere, quindi il loro modo di “esprimersi” (linguaggio simbolico) può essere la sola guida necessaria. Naturalmente ognuno di noi ha un proprio modo per esprimere questa “unità psicosomatica”, perciò, anche se si è grandi esperti in questo campo, non è mai possibile dire con esattezza che cosa sta succedendo. Quando notiamo una particolare condizione del piede, possiamo essere sicuri che vi è un’attivazione energetica, ma questa si presenta con svariate modalità. Per spiegare meglio questi segnali psicosomatici consideriamo i tre aspetti, energetico, mentale ed emotivo, così come li riscontriamo nel piede. I piedi, in realtà, ci mostrano quello che succede dentro di noi. E’ tutto là, iscritto nei tessuti duri, tessuti molli e fluidi, il nostro stato di salute, i nostri pensieri, sentimenti aspirazioni e difficoltà – tutto ciò che noi siamo in questo preciso istante può essere rivelato, ora.
Pelle. La pelle secca indica che l’aspetto emotivo è abbastanza equilibrato oppure che le emozioni sono trattenute all’interno (non espresse). La pelle molto umida segnala un conflitto emotivo oppure una liberazione, una “fuoruscita” di emozioni. Piedi gonfi indicano ritenzione di liquido facente pressione contro la pelle. Ciò può indicare controllo di emozioni eccessive, oppure resistenza mentale all’aspetto emotivo di sé.
Callosità. La pelle indurita indica un qualche tipo di attivazione dell’aspetto mentale: si trovano soprattutto nel calcagno, area della madre, il principio della terra nutrice dove sono presenti le qualità dell’amore e di nutrimento. La pelle indurita in questa zona può rappresentare un conflitto – sia con la vera madre sia con l’innata qualità di sollecitudine – come pure l’incapacità di incarnarci completamente, di essere ben saldi nella realtà e in armonia con il mondo. Una pelle callosa si definisce “dura” o “cornea”; quando l’aggettivo “duro” è applicato a una persona prende il significato di “insensibile”, del tutto indifferente al dolore degli altri. Una pelle indurita dunque può rivelare una resistenza mentale al principio materno, o alla materia. Il lato esterno degli alluci è il punto di riflesso corrispondente al padre, al super Io, e una callosità in questo punto indica resistenza mentale al principio dell’autorità, del potere e della responsabilità. Il conflitto con queste qualità può nascere da una resistenza a fonti esterne di potere come pure dall’incapacità di asserire la propria autorità interna, il proprio senso di responsabilità.
Calli. Qui il conflitto va anche più in profondità che non nel caso della callosità perché i calli hanno radici che penetrano nella carne sotto la pelle. Poiché sono anche dolorosi indicano un movimento invertito di energia, un rifiuto della mente di guardare in faccia il conflitto nascosto (un callo, ad esempio, situato nella zona fegato segnala paura dell’aggressività e della rabbia). Calli piccoli o uno strato sottile di callosità formatosi da poco dicono che la disarmonia è relativamente recente. Ma un callo di lunga data o un grosso spessore di pelle indurita rivelano che il problema esiste da tempo a livello mentale (atteggiamento, modi di pensare, stili di vita, ecc.). Il callo che frequentemente si forma nel “mignolo” del piede destro indica la tendenza a voler apparire diversi da quelli che si è, per assomigliare ai modelli proposti – imposti o per cercare l’approvazione altrui. Questo significa che, così come siam, ci consideriamo di poco valore e di essere poco amabili.
Pelle che si sfalda. Questa condizione spesso va e viene, può presentarsi in diversi punti del piede per sparire improvvisamente e riapparire più tardi: si tratta nuovamente di un’attivazione di energia a livello mentale, ma questa volta è piuttosto una chiarificazione, poiché nuova pelle appare quando il processo di sfaldamento si ferma. Via via che ci riconciliamo con le varie parti di noi stessi, vengono eliminati diversi “strati” di resistenza mentale.
Ciocche. In questo caso si tratta di un’irritazione esterna che provoca una fuoruscita di liquido: è segno che vengono alla superficie dei disturbi emotivi e mentali in un punto di minor resistenza. Le ciocche non esprimono necessariamente un processo di cambiamento interno, ma danno una semplice indicazione di debolezza, stimolata da un agente esterno come possono essere le scarpe.
Geloni. La causa dei geloni è la carenza di circolazione del sangue nelle dita e si può interpretare come un ritirarsi dalla realtà, forse per paura, incertezza o mancanza di direzione precisa, cosicché l’energia emotiva non è effettivamente il contatto con quella parte della persona che interagisce con il mondo: ne consegue un conflitto mentale, che si manifesta nel gelone e nella pelle sensibile. I geloni si presentano quando il tempo è freddo, e ciò dimostra anche freddezza emotiva, mancanza di coinvolgimento che provoca sofferenza mentale. Le dita corrispondono agli organi di senso, alla testa; analogamente i geloni esprimono resistenza all’uso completo degli organi di senso oppure un rifiuto di guardare quello che sta succedendo nel presente.
Unghie incarnite. Esse si formano all’angolo dell’unghia dell’alluce, punto di riflesso della ghiandola pineale. E’ uno stato che denota una resistenza mentale alla ricezione di energie superiori e al processo di cambiamento a quel livello: privata di quest’energia, l’unghia rimane senza sostegno e si piega dentro la carne.
Alluce valgo. Questa condizione ossea indica un conflitto profondo al livello dell’energia. I polmoni ci consentono di respirare, di sostenerci: vi può essere un’incertezza, un’esitazione, prima di prendere l’impegno, e quella riluttanza iniziale è una debolezza che si ripropone continuamente durante tutta la vita – un’incapacità di essere completamente presenti a se stessi; può esservi un sentimento d’inutilità e d’inadeguatezza che dà luogo a frustrazione e risentimento. L’alluce valgo spesso inizia quando ci si lascia derubare in qualche modo della propria iniziativa, del senso di individualità, o quando si trasferisce ad un'altra persona la responsabilità della propria vita, come può accadere in un rapporto molto intenso fra due persone.
Arco del piede basso/alto. Questa parte del piede corrisponde all’area del plesso solare (indica il rapporto che si ha con se stessi e con gli altri). L’arco del piede basso esprime un collasso a livello energetico, un sentimento di debolezza e di sconforto nel rapporto con il mondo e verso la nostra capacità di operare in esso: dimostra la tendenza a sfiorare la superficie della terra, come una barca sfiora il mare, per paura di rimanere coinvolti. L’arco del piede alto esprime un ritirarsi, un trattenersi, l’incapacità di dare facilmente e la riluttanza al coinvolgimento: dimostra una preferenza per l’aria piuttosto che per il terreno (fantasiosi più che razionali).
Dita ripiegate o dita a martello. Tutti questi segni indicano un ritiro dei sensi e una mancanza di desiderio di essere presenti, con ripercussioni sulla coscienza a livello quotidiano: vi è mancanza di volontà e di essere al mondo e di muoversi in esso.
Concludendo possiamo affermare che il piede è una vera e propria carta topografica del corpo umano: in esso risiedono e si diramano tutte le terminazioni nervose collegate a varie parti del nostro organismo. Una sensazione di dolore, pertanto, provocata dalla pressione di un particolare punto del plantare rivela che l’organo o il viscere ad esso corrispondente ha qualche “difficoltà”. L’intervento terapeutico consiste nell’individuare il disagio e, quindi, portare guarigione attraverso il massaggio e i corrispondenti punti del piede, ovvero le zone di riflesso. Il processo di guarigione si realizza perché i nervi delle zone di riflesso, sapientemente manipolati, inviano messaggi alla nostra “centralina”: il cervello. Il cervello, a sua volta, invia segnali bio chimici utili per ripristinare l’equilibrio psicosomatico. Con tale metodica è possibile prevenire un malessere più o meno grave in quanto, solitamente, la sofferenza nella zona plantare si percepisce con un certo anticipo rispetto alla malattia. Si può inoltre intervenire su qualsiasi organo o funzione, ripristinando un corretto equilibrio e funzionamento. Risulta inoltre utile per disintossicare l’organismo, eliminando con opportuni massaggi l’accumulo di scorie.
Piede d’atleta (lesione cutanea localizzata principalmente tra unghia e la pianta del piede, si verifica quando c’è abbondante sudorazione). E’ una lesione che si manifesta in persone molto preoccupate dell’opinione degli altri. Hanno un costante timore di imporre la loro presenza.
Il soggetto che manifesta un problema al piede comunica, il più delle volte, un rifiuto di proseguire per la sua strada, di andare avanti.
Concludendo possiamo affermare che il piede è una vera e propria carta topografica del corpo umano: in esso risiedono e si diramano tutte le terminazioni nervose collegate a varie parti del nostro organismo. Una sensazione di dolore, pertanto, provocata dalla pressione di un particolare punto del plantare rivela che l’organo o il viscere ad esso corrispondente ha qualche “difficoltà”. L’intervento terapeutico consiste nell’individuare il disagio e, quindi, portare guarigione attraverso il massaggio e i corrispondenti punti del piede, ovvero le zone di riflesso. Il processo di guarigione si realizza perché i nervi delle zone di riflesso, sapientemente manipolati, inviano messaggi alla nostra “centralina”: il cervello. Il cervello, a sua volta, invia segnali bio chimici utili per ripristinare l’equilibrio psicosomatico. Con tale metodica è possibile prevenire un malessere più o meno grave in quanto, solitamente, la sofferenza nella zona plantare si percepisce con un certo anticipo rispetto alla malattia. Si può inoltre intervenire su qualsiasi organo o funzione, ripristinando un corretto equilibrio e funzionamento. Risulta inoltre utile per disintossicare l’organismo, eliminando con opportuni massaggi l’accumulo di scorie. I disturbi dei piedi rivelano le tensioni che si prova rispetto alle posizione assunte nel riguardo della vita. Ovvero ci segnalano che gli stili di vita, gli atteggiamenti abituali, mancano certamente di affidabilità, di stabilità o di sicurezza. Quando qualcuno non è sereno, ha paura o che teme di affermare le sue opinioni e posizione, non si dice forse che “Tizio sta sulle spine?” Oppure quando qualcuno danneggia in qualche modo se stesso non affermiamo forse “Caio si dà la zappa sui piedi”? E, ancora, non diciamo forse “Sempronio tiene il piede in due staffe” quando non si esprime o non prende una posizione univoca?
Uno sguardo Psicosomatico… al piede. E’ indubbiamente la parte più distale dell’arto inferiore: è il nostro punto d’appoggio con la “terra”. Esso, durante la marcia, poggia sulla “terra” (realtà) e porta tutto il peso del corpo: sono le nostre ruote che ci permettono di spostarci e di avanzare (oppure rimanere sulle proprie posizioni: bloccati). Proprio perché sono “ruote” esprimono il rapporto con il movimento, con la libertà (in quanto consente di andare dove si vuole), con l’esplorare nuovi ambienti o nuove idee. I piedi ed il modo in cui una persona li usa per sostenersi e per stare in equilibrio segnalano quanto essa è stabile e ben “radicata” perché il modo in cui un individuo è “piantato” fisicamente al suolo è spesso identico al modo in cui è piantato emotivamente (unità psicosomatica). I piedi hanno emotivamente un’importanza vitale in quanto sono in contatto costantemente con la realtà, il suolo e la gravità. Appare, quindi, evidente che uno squilibrio dei piedi inevitabilmente sconvolge l’equilibrio della struttura totale. Data la loro struttura e, soprattutto, la loro funzione, questi arti indicano la posizione cronica e l’atteggiamento che una persona deve assumere per affrontare le “scommesse” della sua vita. Infatti quando affermiamo che una persona ha “i piedi per terra”, intendiamo dire che ha un buon senso della realtà; quando invece diciamo che quella persona è “per aria” oppure ha “la testa tra le nuvole” intendiamo dire che non ha nessun contatto con la realtà.
Il peso sui talloni. Questo tipo di postura sembra esprimere un sentimento esagerato di decisione, accompagnato paradossalmente da un falso senso di stabilità. Poiché è un individuo che solitamente si lascia facilmente “spingere” e “manovrare” per restare ancorato, saldo, stabile reagirà sviluppando un atteggiamento cronico di decisione e di controllo, anche se questo ovviamente sarà accompagnato da un senso di paura e d’instabilità. Prova pratica: quando si pianta i talloni al suolo, si stringe le mascelle e si irrigidisce il ventre e questo farà “accorciare” il respiro (respiro corto). In conseguenza a questo atteggiamento (vigilanza) l’individuo che pianta i talloni per terra faticherà parecchio a rilassarsi ed a sentirsi spontaneo e a proprio agio. Tutto ciò inoltre può creare problemi allo sterno, disturbi gastrici e soprattutto un blocco alla pelvi (e, quindi, coinvolgendo l’attività sessuale). I talloni, inoltre, indicano un senso di sicurezza, capacità di motivarsi e determinazione. Segnala il nostro rapporto con la propria madre e la realtà. Segnala la nostra sessualità.
In punta di piedi. Questi individui sembrano appoggiarsi completamente sulle dita (volare) quasi senza caricare il peso sui talloni. Essi, se avessero caratteristiche più fantasiose e slancio immaginativo, potrebbero sollevarsi da terra e volare. Avranno notevole difficoltà a stabilire un contatto fisico ed emotivo con il suolo, la realtà. Appaiono resistenti alle esigenze della razionalità e della realtà. Vengono definiti sognatori e hanno un notevole talento artistico.
I piedi di piombo. Questi individui dai piedi di piombo si sono create vite e sistemi di vita che li tengono terra – terra. Contrariamente ai principi e alle principesse che volano in punta di piedi, questi individui hanno un forte bisogno di essere ben radicati al suolo, ben piantati e stabili, di conoscere perfettamente la propria posizione nella vita. Hanno una notevole difficoltà ad affrontare il “movimento” e il cambiamento. Hanno perso la loro creatività a favore della solidità.
Le dita dei piedi. Esse rappresentano le nostre convinzioni, le nostre posizioni e, soprattutto, i nostri atteggiamenti (dettagli della vita) relazionali. Alluce (interno: riguarda gli aspetti materiali; esterno: coinvolge la sfera affettiva). Capacità intellettive e pensiero razionale (destro); capacità intuitive (sinistro). E’ il nostro appoggio razionale, indica quello che siamo in realtà (alluce valgo = perdita del valore). Un disagio in questo dito indica che stiamo sperimentando una tensione nella relazione con l’ambiente circostante. “Indice” del piede. Indica i rapporti interpersonali. Difficoltà a gestire gli aspetti materiali o professionali. “Medio” del piede. E’ il terzo dito, indica il apporto con le proprie emozioni; il nostro equilibrio, la coerenza e gli atteggiamenti relazionali. Il futuro può essere segnalato in questo dito: paura di andare avanti. “Anulare” del piede. Rapporti personali con il mondo: giusto e ingiusto. Quando ci sono difficoltà in questo dito significa che stiamo vivendo una relazione che non ci gratifica appieno. “Mignolo” del piede. Capacità di essere se stessi: come ci percepiamo e come ci percepiscono gli altri. E’ il dito che ha il compito di eliminare gli antichi ricordi o schemi mentali obsoleti. Quando c’è un malessere in questo dito, stiamo lavorando per rimpiazzare stili di vita, modalità di relazione e abitudini con altre modalità più gratificanti.
http://digilander.libero.it/bonipozzi/Articoli/Riflessione_plantare.htm
se siete interessati all'argomento guardate gli altri post nella sezione riflessologia plantare, salute unghie, salute-linguaggio unghie, psicosomatica e metamedicina. Potreste avere delle belle sorprese!
RispondiEliminaCon piacere ed interesse leggo i tuoi articoli,ho fatto dei corsi di riflessologia plantare,sono affascinata da questo mondo scoperto da poco, io lavoro in ospedale ed il motto che vige curare il sintomo senza prendere in considerazione la persona, quindi questo tuo sapere con articoli,semplici e comprensivi è molto interessante.
RispondiEliminaRoberta
Grazie mille Roberta. Io sono afafscinata dalle persone come te, con la voglia di scoprire, di studiare, di fare del bene agli altri. Quando trovo persone che lavorano in ambito sanitario e cercano di portare avanti la visione "olistica", applicandola al malato che non è più una patologia ma un individuo unito in psiche e corpo, mi viene da pensare che presto avremo un mondo migliore. La riflessologia trova valide applicazioni in reparti di oncologia (vedi ospedale di Perugia, per esempio), in ostetricia, lungodegenze, ortopedia...potrebbe essere usata su quasi tutte le persone ricoverate in ospedale, anche sulle persone in coma. Ti ringrazio molto per il tuo commento, dà un senso al mio lavoro di "blogghettara".
RispondiEliminaCiao
http://www.conoscicesare.org/chi_sono/cronistoria/
RispondiEliminaquesto è il blog di Cesare Scoccimarro, una persona affetta da SLA che porta avanti con forza la sua battaglia. Nel suo percorso ospedaliero rientra anche la riflessologia plantare all'ospedale di Perugia. Mi auguro che qualcuno voglia dare una mano a lui e agli altri ammalati.
Complimenti bell'articolo!
RispondiEliminaIo da anni pratico Riflessologia Plantare unita alla Dermoriflessologia di Gandini e Fumagalli e trovo che le due discipline si integrino a meraviglia, La Dermoriflessologia lavora in maniera più superficiale e aiuta a decifrare le corrispondenze psicosomatiche in maniera fantastica.
Chi fosse interessato può visitare il sito ufficiale:
http://www.vega2000.it
Ci sono anche ottimi libri in commercio, scritti dagli inventori del metodo (Riflessologia della Memoria, L'Anima Svelata, e altri)
Ciao a tutti!!!
... e buon benessere!
Anna
Grazie Anna per il tuo contributo. Guarderò con interesse il percorso che proponi. Sono innamorata della psicosomatica e, ovviamente, della riflessologia plantare. Quando si ha volontà di condividere le informazioni in nostro possesso credo che ci arricchiamo tutti! Buon benessere anche a te e spero di incontrarti un giorno o l'altro.
RispondiEliminaLuciana
Ottimo spunto! per me che cerco approfondimenti in materia di riflessologia! grazie, ora sbircio da altre parti! e ti seguo :)
RispondiEliminaGrazie a te Sole per il tuo interesse. La riflessologia è una passione che coltivo da anni. Non avrei mai creduto che un giorno il mio sogno di fare la riflessologa si sarebbe avverato. mi fa davvero piacere cercare materiale e condividerlo. a tante persone la nostra "arte" ha migliorato la vita (noi operatori compresi). Sbricia quanto vuoi... lo faccio spesso anche io! Un abbraccio
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