T’amo come si amano certe cose oscure,
segretamente,
entro l’ombra e l’anima.
T’amo come la pianta che non fiorisce e reca
dentro di sè, nascosta, la luce di quei fiori;
T’amo senza sapere come, nè da quando nè da dove,
t’amo direttamente senza problemi nè orgoglio:
così ti amo perchè non so amare altrimenti
che così, in questo modo in cui non sono e non sei,
così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,
così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno.
Pablo Neruda
mi viene in mente un verso di una canzone "Si può amare da morire ma morire d'amore no..."
RispondiEliminaLa poesia è un ponte tra due terre, due mondi. MI piace immaginare un pontile sopra al mare. A volte c'è tempesta e le parole si perdono, vengono portate alla deriva dalle onde, si frantumano sugli scogli. Quando è sereno il vento trasporta i versi e le correnti fanno in modo che i sentimenti, le lacrime, la gioia, l'attesa arrivino nelle case, passino attraverso gli spiragli delle finestre, spalanchino le porte socchiuse. A volte le parole si arrendono perchè trovano i portoni sbarrati ma questo non è sempre un male. La loro eco risuona nelle strade vuote e polverose, nei mercati colorati e vivi, nelle piazze assolate. C'è sempre qualcuno che ne coglie il sussurro. Le parole d'amore e le poesie non sono mai sprecate, mai!
KEATS: SENZA DI TE
RispondiEliminaNon posso esistere senza di te.
Mi dimentico di tutto tranne che di rivederti:
la mia vita sembra che si arresti lì,
non vedo più avanti.
Mi hai assorbito.
In questo momento ho la sensazione
come di dissolvermi:
sarei estremamente triste
senza la speranza di rivederti presto.
Avrei paura a staccarmi da te.
Mi hai rapito via l'anima con un potere
cui non posso resistere;
eppure potei resistere finché non ti vidi;
e anche dopo averti veduta
mi sforzai spesso di ragionare
contro le ragioni del mio amore.
Ora non ne sono più capace.
Sarebbe una pena troppo grande.
Il mio amore è egoista.
Non posso respirare senza di te.
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
RispondiEliminaHo sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.
E. Montale
Questa poesia mi piace da morire e mi commuove...la solitudine dopo una vita insieme, l'immagine di un uomo e una donna non più giovani che a bracetto scendono le scale. Il sostegno, la complicità, l'amore eppoi l'assenza, il ricordo, la mancanza della consuetudine, dei gesti che si danno per sscontati, senza importanza
ritrovo Keats e, come allora, mi dissolvo...
RispondiEliminaancora, inevitabilmente, continuo a non essere capace. E a non poter respirare.
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